Myanmar: fantastica Bagan

Uno dei luoghi più mistici del paese

Shwezigon paya, Bagan
Shwezigon paya, Bagan

Mentre scatto delle foto e mi guardo intorno, mi trovo davanti l’edificio giallo con i 37 nat, ma purtroppo era chiuso, per fortuna mi vede il guardiano e gentilmente me lo fa visitare, la visita è possibile solo la mattina, poiché c’è molta affluenza di gruppi. Da qui riparto e giro tra bancarelle, negozi, chiedo qualche prezzo delle lacche, cena in un ristorantino con noodles e tofu, biscotti e una bella bibita fresca, con rilassamento sul terrazzo della guest house, perché domani mi aspetterà la valle dei templi. La mattina seguente dopo la colazione nella guest house, mi sono recata al mercato, un giro veloce per acquistare qualche chincaglieria, lacche, visto che a Bagan ci sono molti laboratori artigianali: scatole, vassoi, bicchieri, centro tavola, quadri e tante sculture in tek intarsiato. Da qui mi sono recata alla volta di Old Bagan, mentre tutti vanno in biciclette o con le carrozze trainati dai cavalli, io ho preferito andare a piedi. Ho iniziato il mio percorso dalla Tharabar Gate, fino alle sponde del fiume, ho proseguito lungo la valle, ci sono circa 2.000 templi e pagode. In alcuni templi è consentito l’accesso, mentre in altri è possibile persino raggiungere la cima e vedere panorami incredibili; in alcuni all’interno vi sono conservate belle pitture murali oppure è custodita qualche reliquia del Buddha. Gli edifici più importanti sono Thatbyubbyu Pahto, il più alto, la sua struttura a due livelli squadrati dipinti di bianco, con terrazze; Ananda Pahto è uno dei templi più belli, il suo hti (pinnacolo) dorato di 52 metri, si vede luccicare da qualsiasi punto della pianura.

Dhammayangyi Pahto è il più massiccio, lo schema architettonico è simile a quello di Ananda, in una delle quattro cappelle dedicate al Buddha sono conservate due immagini affiancate di Gautama e Maitreya, il Buddha storico e quello futuro. Pyathada Paya si raggiunge seguendo varie strade sterrate, dall’immensa terrazza panoramica si può osservare tutta la valle. Sulamani Pahto ampio edificio immerso nella vegetazione all’interno di una cinta muraria, l’interno è ricco di elementi decorativi. Finito il giro della valle dei templi, lungo la strada del rientro, mi sono fermata ad acquistare due quadri in lacca, sono stata invitata a vedere il procedimento di lavorazione, forse ci andrò nei prossimi giorni, domani andrò al Mount Popa. Durante la notte verso le 04:00 ho sentito della musica e il suono di campanelli, mi sono affacciata e c’erano le donne del posto che offrivano da mangiare ad una fila di monaci. Sveglia alle 06:30 partenza per Mount Popa, dopo aver preso un pick-up da Nyaung U fino a Kyaukpadaung e poi una moto taxi. Il Mount Popa è un tempio sulla cima di uno sperone roccioso, dimora dei 37 nat (spiriti) più potenti della religione animista del Myanmar. Luogo molto venerato, si può assistere a canti, danze e offerte varie, si accede al tempio salendo circa 772 gradini accompagnati da simpaticissime scimmie. Nel tardo pomeriggio rientro a Nyaung U, mentre il giorno seguente ho deciso di andare a vedere la lavorazione delle lacche. La tecnica della lavorazione inizia con un intreccio di tessuti, strisce di bambù finemente tagliati, crine di cavallo, legno, miscela di resina con l’argilla e segatura di legno; sono accuratamente lavorate e infine lucidate con la cenere di legno fossile, i disegni vengono poi incisi e dipinti a mano; in questo laboratorio lavorano ragazzi e ragazze. Serata a Nyaung U, acquisto di qualche souvenir, cenetta e passeggiata, domani lascerò Bagan e mi dirigerò verso Kalaw, con partenza alle ore 06:30 in autobus.

Trekking, Kalaw
Trekking, Kalaw

Durante il viaggio un piccolo guasto, ma il tutto viene sistemato dopo circa un’ora di sosta e alle 16:00 circa sono sul posto. Subito alla ricerca di un alloggio e poi mi sono recata alla Golden Lily Guest House alla ricerca di Rambo Singh per organizzare un trekking tra i villaggi delle tribù Palaung e Pa-O per osservare lo scorrere della loro vita giornaliera. Domani alle 09:00 si partirà a piedi già dalla guest house, ho scelto la formula 2 giorni 1 notte. Partenza dalla Golden Lily Guest House, qui ho incontrato James la mia guida, il gruppo è formato da 6 persone, iniziamo il nostro precorso su di una stradina che ci conduce fuori dal paese e da qui un sentiero verso il bosco. Abbiamo iniziato a salire lungo il sentiero, c’erano pozzanghere e tanto fango, il paesaggio era spettacolare, il cielo molto ma molto nero! Dopo circa 3 ore di trekking ci siamo fermati ad un punto di ristoro per il pranzo, riprendendo il cammino, ci ha accompagnato un bell’acquazzone, la strada era molto scivolosa e molto difficoltosa da percorrere, ci siamo riparati presso un villaggetto. Siamo riusciti a ripartire e lungo il nostro cammino, nel bosco e lungo i binari del treno (una linea a scartamento ridotto tra le valli) abbiamo incontrato vari abitanti dei villaggi, scalzi, carichi di merce e bambini che tornavano dalla scuola. Nella serata siamo arrivati nel villaggio abitato da contadini, una famiglia ci avrebbe ospitato con cena a lume di candela, non per romanticismo ma per assenza di elettricità, il bagno all’esterno nel campo, e si dorme in terra su dei materassi. La mattina seguente è arrivato Peter, un’altra guida che avrebbe riportato indietro me e un altro ragazzo verso Kalaw, gli altri avrebbero proseguito fino a Inle Lake.

Trekking, Kalaw
Trekking, Kalaw

Lungo il nostro percorso, sempre strada con fango e pozzanghere, ma un panorama molto affascinante, ci siamo fermati a prender un tè a casa di una donna di etnia Pao. Dopo un cammino di circa 3 ore abbiamo raggiunto la Shwe Oo Min Paya, molto suggestiva, è ricavata all’interno di una serie di grotte naturali in cui brillano statue del Buddha dorate. Ho scattato tante foto, non sarei voluta andar via, un pranzo veloce e poi via di nuovo altre 3 ore di cammino nel bosco verso la Golden Lily Guest House. Arrivata lì ho ripreso il mio zaino e sono andata a prendere il bus che mi avrebbe portato a Inle Lake. Alle 16:30 ero già a Nyaungshwe alla ricerca di una stanza. anche qui un po’ difficoltoso, ma sono riuscita. Serata in giro a contattare un barcaiolo per l’escursione sul lago, dopo averlo trovato e stabilito orario di partenza, ore 06:30 del mattino seguente, i luoghi da visitare, classico itinerario compreso Inthein. Qui in pochi vi arrivano, ma basta chiedere ed aggiungere una piccola differenza si riesce a raggiungerla. La mattina seguente, partenza in perfetto orario, siamo usciti dal canale per immetterci nel lago, lungo circa 20 km e largo 11, circondato dalle montagne popolate dalle tribù pa-o; mentre il lago è abitato dall’etnia Intha, tribù che vive in diversi villaggi con case a palafitta. Gli Intha si muovono sul lago utilizzando lunghe imbarcazioni motorizzate; mentre i pescatori usano una tecnica particolare per far scivolare le imbarcazioni sull’acqua, questa tecnica prevede di tenere il remo con una gamba stando in piedi a poppa della barca e facendo forza con la stessa in un movimento tra gamba e anca sul remo, cosi mantengono le braccia libere per la pesca.

Vai alla pagina seguente 4 di 5 >>>Il lago Inle

Condividilo sui tuoi social!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *